Breve guida alla fotografia HDR: cos’è e quando usarla
Immagina di voler scattare una fotografia di fronte a un paesaggio, ma di renderti conto che non riesci a ottenere l’effetto che desideravi. Gli alti contrasti luminosi rischiano di compromettere la qualità del risultato finale, perché il cielo è troppo chiaro mentre invece il paesaggio sottostante è colpito sia da luci intense che da ombre scure.
La fotografia di paesaggio costituisce un bell’esempio per capire come l’occhio umano e la macchina fotografica vedono diversamente ciò che hanno davanti: la differenza sta nella gamma dinamica che caratterizza le due visioni, ovvero l’insieme dei livelli di luminosità della scena.
Una possibile soluzione in questi casi ci viene fornita dalla tecnica HDR, uno strumento davvero utile che ci consente di “fondere” due diverse esposizioni.
Ma andiamo con ordine e vediamo meglio in cosa consiste questa tecnica e quali sono gli errori più comuni a cui fare attenzione.
Cos’è la gamma dinamica?
La gamma dinamica consiste nel rapporto tra il punto di massima luminosità, ovvero il bianco candido, e il punto più scuro, di massima ombra, misurabili in un’immagine.
Tale rapporto dipende fortemente dal dispositivo che acquisisce l’immagine: una macchina fotografica digitale, per quanto professionale, non riuscirà ad avere la stessa gamma dinamica dell’occhio umano, pertanto dovrà comprimere i diversi gradi di luminosità della scena, con conseguente perdita di dettaglio nelle luci o nelle ombre.
Per ampliare la gamma dinamica e sfruttare al massimo la luminosità della scena, puoi ricorrere, appunto, alla tecnica HDR. Vediamo come fare!
Cosa significa fotografia HDR e a cosa serve
L’High Dynamic Range (HDR) è uno strumento utile per catturare le scene in cui la gamma dinamica è molto estesa e la nostra fotocamera digitale non è in grado di riprodurre fedelmente i livelli di luminosità e acquisirli in un unico frame.
Se all’interno di una stessa scena i valori delle alte luci e delle ombre sono molto distanti tra loro, il risultato sarà una fotografia nella quale le zone più chiare e quelle più scure appariranno rispettivamente bianche o nere. In questi casi di elevato contrasto è utile affidarsi alla tecnica HDR per gestire al meglio l’esposizione del tuo scatto.
In molte fotocamere oggi l’opzione HDR è già prevista nel menù e accorpa le diverse esposizioni in automatico al momento dello scatto, permettendoti di salvare anche i file originali a parte. In caso contrario dovrai occuparti manualmente di catturare 3 diversi stop di esposizione (-1, 0 e +1) e poi unire le immagini su un programma apposito (per questo scopo, Lightroom va benissimo).
Il nostro consiglio è di impostare manualmente tutti i valori di scatto che ti interessano (iso, diaframma e tempo di posa) e di compensare l’esposizione per ottenere 3 versioni dello stesso scatto, se vuoi fare un lavoro ancora più preciso puoi realizzarne fino a 5.
Quando scattare con tecnica HDR
A questo punto facciamo una dovuta premessa: la scelta se usare o meno questo strumento dipenderà prima di tutto dall’effetto che vogliamo ottenere con le nostre fotografie. Ad esempio, se stiamo fotografando un tramonto sul lago e il nostro obiettivo è mettere in risalto le silhouette dei cigni che si stagliano davanti a uno spettacolo di colori, non avremo certo necessità di bilanciare la luminosità, ma anzi vorremmo far sì che i cigni in primo piano siano più scuri possibile e creino un forte contrasto cromatico. In caso contrario, dovremo adoperarci per ottenere dalla nostra fotografia il maggior grado di dettaglio sia dai soggetti in ombra che dalle parti illuminate della scena.
Come abbiamo già detto anche nell’introduzione di questo articolo, la fotografia paesaggistica è il genere nel quale si utilizza più di frequente la tecnica HDR. Questo perché gli alti contrasti di luci, tipici soprattutto di alcuni momenti della giornata come la famosa “golden hour”, richiedono di intervenire per mettere in risalto i dettagli, che altrimenti andrebbero persi tra le alte luci o le oscure ombre.
Nonostante l’HDR sia una tecnica utilizzata moltissimo per panorami e paesaggi, non ne va sottovalutata l’utilità anche in altri generi per far risaltare al meglio tutti i dettagli, come ad esempio nella fotografia macro e nella food photography, nella fotografia notturna o in quella di interni, o in situazioni particolari, come quando ci si ritrova a fotografare sulla neve.
In tutte queste occasioni, utilizzare la tecnica HDR ci consentirà di bilanciare al meglio l’illuminazione nella nostra inquadratura e ottenere degli scatti davvero fenomenali.
Errori da evitare quando scatti in HDR
Sbagliando s’impara! Questo è senz’altro vero in fotografia, dove per migliorarsi bisogna sperimentare in continuazione. Anche se qualche svista farà sicuramente capolino durante questa fase, vediamo insieme i principali errori nei quali si incorre quando scattiamo in HDR.
Abbiamo detto che alcune macchine fotografiche hanno già nel menù l’opzione HDR. Attivando questa voce, la fotocamera farà due scatti, uno regolato in base alle zone più illuminate e uno adatto alle zone più scure, per poi fonderli in una stessa fotografia. Al fine di ottenere il risultato migliore, avrai bisogno di utilizzare un treppiede principalmente per due motivi:
- da una posizione di scatto fissa ed esattamente uguale per entrambi gli scatti, l’allineamento delle due esposizioni sarà migliore;
- durante lo scatto delle zone più scure i tempi di esposizione si ridurranno e un cavalletto ti eviterà un mosso indesiderato, facendo risaltare i dettagli al meglio.
Un altro errore comune riguarda la scelta di fotografare soggetti in movimento e il rischio di un effetto “fantasma”, che avviene quando nell’immagine finale l’oggetto in movimento mostra un contorno superfluo. Questo accade perché in fase di scatto non sono stati utilizzati tempi abbastanza veloci e la distanza tra uno scatto e l’altro delle immagini sorgente non è sufficientemente ravvicinato.
Un ultimo avvertimento: negli anni molti fotografi hanno fatto un uso smodato dell’HDR, spesso con risultati grotteschi e un po’ troppo irrealistici; ricorda di non esagerare con la post produzione e cerca di mantenere sempre un effetto naturale, per sfruttare le potenzialità di questo strumento in modo controllato.
A questo punto ti sarà chiaro perché di fronte a un bellissimo tramonto o a un paesaggio così ricco di luci e ombre, noi riusciamo a cogliere tutte le sfumature e a vedere contemporaneamente i dettagli nelle aree più luminose sia in quelle più buie, mentre la nostra fidata reflex no.
Per quanto il sensore di una macchina fotografica possa essere avanzato, l’occhio umano rimane uno strumento inimitabile e per la realizzazione di scatti indimenticabili dovremmo ricorrere ancora a lungo alla tecnica HDR.
Arrivati a questo punto non ci resta che dirti: buona pratica!
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