Fotografare montagne e paesaggi montani: tutti i trucchi

L’incanto dei paesaggi impervi ha il potere di rinfrancare gli spiriti e catturare in uno scatto l’essenza della montagna è come catturare un’eco d’infinito.

Per questo non è semplice fare della buona fotografia in montagna. E non è solo una questione di che obiettivo usare per fotografare, di come fissare la macchina, di tecniche e di attrezzatura. È anche, e soprattutto, una questione di emozioni e di esperienza.

Per quanto riguarda l’esperienza, in questo articolo vedremo insieme tutti gli strumenti e gli accorgimenti giusti per migliorare la vostra tecnica. Ma prima di leggerli, tieni sempre presente una cosa: la differenza che passa tra un’anonima riproduzione e un capolavoro immaginifico, è nel cuore di chi compie lo scatto.

Fotografia in montagna: le difficoltà legate all’ambiente

Ti è mai capitato di guardare un paesaggio di montagna a occhio nudo, vivido, intenso, magnifico, decidere di scattargli una foto per poi ritrovartelo piatto, sbiadito, irriconoscibile?
Questo è dovuto al fatto di aver trascurato le condizioni ambientali e l’impatto che possono avere.

Fotografia in montagna: gestire i Lens Flare

Per esempio, sia la neve che la roccia nuda possono riflettere la luce sull’obiettivo in modo tale da disturbare lo scatto, arrivando addirittura a velare l’immagine. Si crea in questo modo il fenomeno del Lens Flare. In una situazione simile, puoi compiere due scelte: evitare il Lens Flare oppure utilizzarlo nel tuo scatto in modo creativo.

Nel primo caso, puoi utilizzare delle costose lenti ad alta qualità, oppure le lenti primarie, dalle focali più semplici, al posto degli zoom, i cui vari livelli focali ampliano l’effetto del Lens Flare. Spesso, però, basta riparare l’obiettivo, usando un opportuno paraluce oppure, alla bisogna, una mano. La soluzione migliore, però, è spesso quella più semplice: spostarsi per cambiare la posizione della sorgente luminosa nella foto.

Fotografia in montagna: gestire il contrasto

Anche il contrasto può rivelarsi un elemento insidioso. Spesso, infatti, appare molto accentuato in montagna e “inganna” la macchina. Va a finire che alcune zone dell’immagine rimangono grigie e sottoesposte e altre, al contrario, sovraesposte.
Questo accade perché tutti gli esposimetri delle macchine fotografiche sono tarati per leggere il 18% della luce, che è la percentuale di luce normalmente riflessa nella maggior parte delle situazioni fotografiche.

Una delle tecniche più utilizzate per fotografare in montagna gestendo al meglio il contrasto è il bracketing sull’esposizione. Si imposta il numero di scatti a 3-5 circa e la differenza di esposizione di circa uno stop. Così, rimanendo il più fermi possibile, con lo scatto a raffica è possibile catturare esposizioni diverse che poi si bilanciano a vicenda sovrapponendo gli scatti in post produzione. Spesso, però, usare la misurazione della luce su tutto il fotogramma, con sovraesposizioni di 1-2 stop di default, si rivela sufficiente. Se vuoi un consiglio “segreto” per ovviare in parte il problema è usare la misurazione spot su una zona con luminosità naturalmente al 18%, come ad esempio il cielo blu.

Fotografia in montagna: gestire il vento

Il terzo elemento critico è il vento: può disturbare lo scatto e rendere mossa la foto. Ecco un aspetto in cui avere con sé un buon treppiede in carbonio o in alluminio, stabile ma leggero al trasporto, si rivela un dettaglio fondamentale. Portalo con te e regola l’estensione dell’asta e delle gambe in base alla forza del vento.

Che obiettivo usare per fotografare montagne

Obiettivo macchina fotografica

Nel caso in cui tu stia pensando che esistano speciali “obiettivi fotografici da montagna”, partiamo subito da una premessa.
In qualunque situazione fotografica, ogni lente va bene: dipende da che cosa ci vuoi fare.

Lenti grandangolari

Per catturare la maestosità degli smisurati paesaggi montuosi, una delle soluzioni di più sicuro successo è quella di realizzare degli scatti con angoli di campo superiori a quelli della visione umana.

Dato che quest’ultima arriva ad angoli di massimo 50° in verticale e di 70° in orizzontale, tutti gli obiettivi che ci permettono di andare oltre queste misure prendono il nome di lenti grandangolari.

Con un bel grandangolo, potrai includere ampie porzioni di paesaggio insieme a un primo piano notevole. Se vuoi realizzare uno scatto di impatto, però, evita di posizionarti troppo lontano perché la lente crea già di suo un effetto di allontanamento, come di includere troppi soggetti poco significativi, per non disperdere l’attenzione dell’osservatore.

Un buon compromesso tra profondità di campo e allontanamento dello sfondo?
Lenti tra 24 e 35 mm.

50mm e 85mm

L’obiettivo da 50mm è molto amato dai fotografi professionisti e può essere utilizzato in molteplici situazioni fotografiche. I suoi vantaggi? È leggero, molto luminoso, “naturale” (ha la stessa visione del nostro campo visivo), ha un ottimo rapporto qualità / prezzo ed è perfetto per foto da reportage caratterizzate dalla presenza di soggetti umani data anche la leggerezza per il trasporto.

L’85mm, invece, può aiutarci a ritagliare meglio le nostre scene, per non disperdere troppo la presenza del soggetto.

Come usare al meglio i filtri per la fotografia in montagna

Uno dei limiti più comuni che contraddistingue scatti mal riusciti è una certa monotonia dei soggetti.
Senza i giusti accorgimenti, le vette più titaniche e i boschi più seducenti, come i prati più accoglienti possono sembrare disperatamente tutti uguali.

Installando i filtri sull’obiettivo, si possono ottenere immagini vibranti e cromie intense e insolite. Infatti, i filtri impediscono il passaggio di luce eccessiva, aiutandoci a bilanciare le zone chiare dell’immagine (come cielo, neve, ghiacciai, torrenti, cascate) e quelle scure (alberi, boschi, ombre).
Con un filtro polarizzato, puoi esaltare il colore turchino del cielo, eliminando anche molti riflessi. Avendo poco ingombro, poi, puoi usare questo tipo di filtro anche scattando a mano libera.

Un filtro ND, da utilizzare solo stabilizzando la macchina con un treppiede, può aiutarti invece a migliorare il contrasto tra cielo e terreno. Se vuoi un consiglio, usa un filtro ND a lastra sfumata.

Come fissare la macchina fotografica in montagna

Non è un segreto: per stabilizzare la macchina fotografica durante uno scatto complesso e prolungato, va utilizzato un treppiede.
Un buon treppiede da portarsi dietro in montagna dev’essere robusto e resistente, ma allo stesso tempo abbastanza pratico e leggero da poterlo portare nel proprio zaino fotografico durante un’escursione.

Per evitare che subisca delle vibrazioni durante lo scatto che possano rendere mosse le tue foto, controlla il carico massimo indicato sulla confezione. Si tratta del peso massimo che il cavalletto può sostenere assorbendo al contempo le vibrazioni.
Per la scelta del giusto treppiede da escursioni, molti fotografi usano questa formula: somma del peso delle macchine fotografiche e delle ottiche più pesanti sul mercato, moltiplicata per 1,5.

Molto importanti sono le altezze raggiungibili dal treppiedi. È consigliabile scegliere dei cavalletti che riescano a raggiungere l’altezza delle spalle, già con le tre gambe di sostegno e non con la colonna centrale, molto più soggetta al vento e alle vibrazioni.

Il tuo treppiedi da montagna dev’essere bello compatto: più sezioni lo compongono, più sarà traballante e instabile. Quindi, meno sezioni ha, meglio è. In genere, sono consigliabili cavalletti composti da non più di tre sezioni.

Infine, il peso. I treppiedi in commercio sono realizzati prevalentemente in alluminio e carbonio. L’alluminio può garantire robustezza e una certa stabilità, ma il carbonio è anche più stabile, ma soprattutto molto, ma molto, più leggero. D’altro canto, un treppiedi in carbonio può costare anche il triplo di un treppiedi in alluminio, dalle stesse dimensioni e funzionalità. Scegli tu: per scatti di paesaggi montani una tantum, forse ti basta il treppiedi di alluminio. Ma se ne hai bisogno spesso, forse vale la pena investire su quello di carbonio.

Fotografare montagne, gli ultimi trucchi

Un paesaggio montano non è esattamente uno studio fotografico, occorre considerare le condizioni ambientali del luogo e adattarsi di conseguenza. Per esempio, se fa freddo e devi poi entrare in un posto caldo, riponi la macchina fotografica nella sua custodia e lasciala lì per un’oretta circa, per evitare che formi condensa e si blocchi. Inoltre, ricorda che il freddo consuma più velocemente le batterie: tieni al caldo le batterie di riserva.

Valorizzare il momento e il periodo

fiore appena sbocciato

La prima cosa a cui fare attenzione per scattare una fotografia bella e memorabile è di cercare di valorizzare le caratteristiche stagionali del paesaggio di montagna che andrai a ritrarre.

Un paesaggio invernale ti offre l’opportunità di avere un approccio più minimalista e raccolto, con colori più tenui, linee e contorni più evidenti. Fai allora attenzione alla corretta esposizione della luminosità e usa saggiamente i filtri.

Un paesaggio primaverile presenta l’emozione del risveglio della natura dal suo letargo invernale e il paesaggio si trasforma in un quadro vivido e vibrante: usa i filtri per valorizzare al meglio questi ritmi “frizzanti”.

In estate, le luci e le forme della montagna raggiungono l’apice della loro monumentale vitalità. I colori si saturano e bisognerà stare attenti a una corretta esposizione e al taglio della luce. Inoltre, è tutto così intenso che difficilmente qualche elemento risalterà rispetto agli altri. Sii tu a scegliere un soggetto specifico su cui costruire l’immagine e il dialogo con il paesaggio.

Un paesaggio autunnale, con le sue cromie intense ma giù più opache e spesso crepuscolari, fornisce tanti spunti per fotografie emozionanti. Sii lesto e creativo a raccoglierli.

Infine, come già avevamo ricordato nei nostri consigli per immortalare il mare in maniera perfetta, anche in montagna fanno la differenza la golden hour e la blue hour.

In generale, una bella fotografia di montagna rappresenta il giusto mix tra tecnica ed emozione. La prima è necessaria per riuscire a realizzare effettivamente lo scatto che si desidera.

Ad esempio, un fotografo esperto sa che la luce in montagna gioca con le ombre  delle nuvole e che queste possono spostarsi anche molto velocemente e ha imparato a cogliere il momento migliore per una splendida fotografia e a scattare in fretta.

Ma senza una componente emotiva e personale, anche la fotografia di paesaggio montano più tecnicamente perfetta non avrà niente da dire.

Ecco tutto ciò che ti serve sapere per cominciare a fotografare le montagne con risultati memorabili e appaganti. Il resto, lo apprenderai con l’esperienza. E per stampare e incorniciare i tuoi migliori scatti, ci siamo noi di ilfotoalbum.com